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Nuovi Materiali, Normative e Incentivi per una Casa Green

Il settore delle costruzioni è in fase di trasformazione, ma necessita di un piano strutturale di aiuti per attivare politiche verdi.

Tradizionalmente energivoro, il settore delle costruzioni è uno dei principali responsabili delle emissioni di carbonio. Oggi, molti sforzi, sia progettuali che normativi, sono concentrati su di esso. La sfida è avvicinare materiali, processi e attori coinvolti a una dimensione carbon neutral, rispondendo al contempo alla necessità di contenere i costi.

La svolta sostenibile nell’industria delle costruzioni dipende da molteplici fattori: la crescente consapevolezza ambientale, favorita dal ricambio generazionale; la normativa che spinge le imprese a rendicontare le proprie performance e a certificarsi; e l’adeguamento a nuovi standard mirati all’obiettivo Net Zero.

Questi fattori si inseriscono in un contesto dove il processo di costruzione viene ripensato per creare edifici e infrastrutture a basso o nullo impatto carbonico. Ciò include la creazione di nuovi materiali sostenibili, la definizione di processi meno impattanti e la gestione del fine vita delle opere.

Con 46 Gt di CO2 emesse ogni anno, pari all’11% del totale, il settore delle costruzioni contribuisce con l’81% delle emissioni dovute a materiali da costruzione, smaltimento dei rifiuti, viaggi del personale e dispersione elettrica (Scope 3); con il 7% dovuto all’energia elettrica e al calore acquistati (Scope 2); e con il 12% dovuto a riscaldamento/raffrescamento, mezzi di trasporto aziendali e macchine operatrici (Scope 1). La predominanza delle emissioni Scope 3 indica diverse linee di intervento per le imprese: coinvolgere i committenti e i fornitori, adattare la strategia degli acquisti, riprogettare prodotti e servizi, cambiare le politiche aziendali e rivedere la strategia di investimento.

Le imprese stanno facendo passi avanti anche attraverso la redazione del bilancio di sostenibilità, uno strumento essenziale per tracciare gli obiettivi di riduzione delle emissioni e monitorare i progressi. Questo dimostra responsabilità ambientale e una visione a lungo termine.

Un contributo importante arriva dal quadro normativo. L’Unione Europea, con la direttiva sulle Case Green (EPBD – Energy Performance of Buildings Directive), spinge gli Stati membri ad adottare misure concrete per ridurre le emissioni tramite la riqualificazione del patrimonio immobiliare.

La Commissione Europea ha stimato che il 40% del consumo energetico in Europa è generato dagli edifici, responsabili anche del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas serra legate al consumo di energia.

Nel settore delle costruzioni, l’impegno si traduce nella promozione di edifici a energia quasi zero, nell’uso di materiali sostenibili e nella progettazione orientata alla sostenibilità. La direttiva funge da catalizzatore per il cambiamento, incentivando le imprese a intraprendere un percorso deciso verso la decarbonizzazione. Accanto alle politiche, è necessario definire un piano strutturale di incentivi per supportare le imprese nella transizione, attivando politiche “verdi”.

L’investimento nella sostenibilità e nella decarbonizzazione rappresenta un costo, ma porta benefici a lungo termine, come il risparmio energetico e una maggiore durabilità delle strutture. Con la crescente domanda di edifici eco-compatibili, le imprese che investono in questa direzione otterranno un vantaggio competitivo significativo. Il mercato e gli investitori guardano con crescente interesse alle imprese che puntano sulla sostenibilità come asset strategico.

In questo contesto, il dialogo tra settore pubblico e privato e la rigenerazione delle competenze sono due pilastri fondamentali su cui deve basarsi la strategia di rinnovamento di un intero settore, il cui ruolo è decisivo per garantire un futuro sostenibile.

Fonte:
La Repubblica

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